Dopo la revoca delle sanzioni statunitensi, la Banca Mondiale torna in Siria.
Tutto ciò che è servito a Trump per revocare le sanzioni imposte da Washington alla Siria è stato far ripartire le dinamiche finanziarie e commerciali e far sì che coloro che cercavano opportunità senza pari si dirigessero a Damasco. In prima linea tra questi giganti della finanza c'è la Banca Mondiale, che sta facendo un forte ritorno nel Levante dopo aver rotto l'isolamento di un paese precedentemente governato da Bashar al-Assad.
La Banca Mondiale ha annunciato la ripresa dei suoi programmi di assistenza alla Siria in seguito a un incontro tenutosi ieri, giovedì, a Damasco tra il ministro delle finanze siriano Mohammad Yusr Barniyeh e una delegazione della Banca Mondiale, nel quale si è discusso sulle modalità di cooperazione per la riabilitazione dei settori prioritari del Paese.
L'agenzia di stampa ufficiale Syrian Arab News Agency (SANA) ha riferito che l'incontro, svoltosi presso la sede del Ministero delle Finanze, ha esaminato i principali ambiti di supporto tecnico e di contributo che la Banca Mondiale intende fornire nel prossimo periodo, nell'ambito di un piano nazionale volto a rivitalizzare l'economia siriana, sotto la supervisione e il coordinamento congiunti delle due parti.
Questo importante sviluppo è avvenuto dopo che martedì il presidente degli Stati Uniti Donald Trump, durante la sua partecipazione al Forum sugli investimenti tra Arabia Saudita e Stati Uniti del 2025 a Riad, ha annunciato la sua intenzione di revocare le sanzioni imposte alla Siria.
Trump ha spiegato che la decisione è stata presa per dare al popolo siriano un'opportunità di crescita e sviluppo, sottolineando che è stata presa dopo consultazioni con il principe ereditario saudita Mohammed bin Salman e il presidente turco Recep Tayyip Erdoğan.
Da parte sua, il Dipartimento del Tesoro degli Stati Uniti ha annunciato che sta lavorando in coordinamento con il Dipartimento di Stato e il Consiglio per la sicurezza nazionale per attuare le direttive del presidente. In un post sulla piattaforma X, il Dipartimento del Tesoro ha dichiarato che non vede l'ora di rilasciare permessi per agevolare gli investimenti in Siria, il che contribuirebbe alla ricostruzione dell'economia e delle infrastrutture.
Le sanzioni occidentali, imposte in risposta alla repressione della rivoluzione siriana a partire dal 2011, hanno impedito alle istituzioni finanziarie internazionali di fornire qualsiasi sostegno finanziario alla Siria. Le sanzioni includono il congelamento dei beni, la sospensione dei trasferimenti finanziari, il divieto di fornire tecnologia al regime e il divieto di commerciare con essa.
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