Giornata mondiale dell'acqua: quando lo scioglimento dei ghiacciai fa tremare l'umanità
Sulle cime delle montagne e nelle regioni polari, dove il freddo regna sovrano, scintillano immense cattedrali di ghiaccio. Vere e proprie riserve d'acqua, questi ghiacciai si stanno oggi sciogliendo a una velocità senza precedenti, sotto l'effetto crescente del riscaldamento globale.
La constatazione è amara: lo scioglimento di questi giganti sta indebolendo l'equilibrio idrico globale e mettendo a rischio milioni di vite in tutto il pianeta.
Alla vigilia della Giornata mondiale dell'acqua, celebrata il 22 marzo, è tempo di vigilanza. Del resto, il tema scelto quest'anno dalle Nazioni Unite: "Salviamo i nostri ghiacciai" è un chiaro appello all'azione collettiva per preservare queste distese di ghiaccio essenziali per l'equilibrio ecologico del pianeta.
Nel suo ultimo rapporto, l'ONU sottolinea la grande importanza delle calotte glaciali, non solo per riflettere il calore del sole e mitigare il clima, ma anche per irrigare i terreni circostanti e alimentare la biodiversità stimolando la circolazione oceanica.
Tuttavia, il ritiro accelerato di queste maestose banchise sta già provocando inondazioni, siccità e innalzamento del livello del mare in diverse regioni del mondo. Secondo l'Organizzazione meteorologica mondiale (OMM), nel 2023 si saranno dissipate più di 600 miliardi di tonnellate di acqua glaciale, un record senza precedenti negli ultimi cinquant'anni.
Di fronte a questa constatazione allarmante, l'ONU insiste sulla necessità di agire con urgenza, in particolare riducendo drasticamente le emissioni di gas serra per contenere l'aumento della temperatura al di sotto di 1,5°C, in conformità con l'accordo di Parigi.
Se non riusciremo a raggiungere questo obiettivo, lo scioglimento dei ghiacciai continuerà ad intensificarsi, con conseguenze drammatiche per gli ecosistemi e le popolazioni locali.
In Marocco, la celebrazione di questa giornata trova un'eco particolare dopo diversi anni di siccità consecutive, aggravate dai cambiamenti climatici.
Nel suo discorso in occasione del 25° anniversario del Giorno del Trono, Sua Maestà il Re Mohammed VI ha sottolineato che una delle sfide principali che il nostro Paese deve affrontare è "il problema dell'acqua, che continua a complicarsi a causa della siccità, dell'impatto del cambiamento climatico e della crescita naturale della domanda".
In quest'ottica, la salvaguardia dell'acqua è stata definita dal Sovrano come "una responsabilità nazionale che coinvolge tutte le istituzioni e tutti gli attori" e un dovere che "ricade anche su tutti i cittadini".
Sotto la guida reale, furono avviati progetti di punta per prevenire la carenza idrica, tra cui la costruzione di nuove dighe, il trasferimento dell'acqua tra bacini in surplus e in deficit e la creazione di impianti di desalinizzazione. L'ambizione di questa ultima misura è quella di mobilitare 1,7 miliardi di metri cubi di acqua desalinizzata entro il 2030, per soddisfare più della metà del fabbisogno nazionale di acqua potabile.
Nello stesso spirito, il governo ha implementato il Programma nazionale per l'approvvigionamento idrico potabile e per l'irrigazione (2020-2027), che illustra una politica idrica anticipatrice e inclusiva che, attraverso progetti e misure concrete, rafforzerà la capacità del Regno di adattarsi agli effetti dannosi dei cambiamenti climatici.
Questi progetti si concentrano in particolare sulla gestione della domanda di acqua, attraverso il miglioramento dell'efficienza delle reti di acqua potabile e la conclusione di contratti di gestione delle falde acquifere per proteggerle.
Si tratta inoltre di incoraggiare l'innovazione e le nuove tecnologie come elemento essenziale nel sostegno dei progetti strutturali, ponendo al contempo un forte accento sulla sensibilizzazione dell'opinione pubblica sulla carenza idrica e sull'importanza della sua salvaguardia.
Questa nuova era di gestione razionale delle risorse idriche, infatti, non potrà dare i suoi frutti senza la partecipazione attiva di tutte le parti interessate, compresi i cittadini, quali attori chiave della trasformazione.
“A casa nostra abbiamo iniziato a raccogliere l’acqua piovana per lavare il pavimento e riempire i bagni. “È solo un piccolo gesto, ma se fosse moltiplicato all’infinito, l’impatto diventerebbe straordinario”, afferma Leïla, una madre di Rabat.
Questo è un esempio concreto di iniziative individuali che, ripetute quotidianamente, sono in grado di cambiare il corso degli eventi e costruire un futuro prospero per tutti, senza esaurire le preziose risorse idriche.
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