Gli Stati Uniti riaccendono la corsa all'estrazione mineraria in acque profonde
L'attività mineraria in acque profonde, a lungo frenata dalla mancanza di consenso internazionale, potrebbe subire un'improvvisa accelerazione. Il 24 aprile 2025, il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha firmato un ordine esecutivo per facilitare il rilascio di permessi per l'estrazione di risorse sottomarine, stimate in circa 100 trilioni di dollari.
La misura riguarda principalmente le acque territoriali degli Stati Uniti, ma i suoi effetti potrebbero rapidamente estendersi oltre i confini nazionali. Il decreto invita il governo federale ad accelerare le procedure per aziende come Impossible Metals e The Metals Company, che mirano a sfruttare i vasti giacimenti di cobalto, nichel e terre rare presenti nelle profondità oceaniche. Washington spera di aggiungere 300 miliardi di dollari al PIL nazionale nel prossimo decennio e di creare fino a 100.000 posti di lavoro.
Il testo invita inoltre ad esplorare possibilità di sfruttamento "oltre la giurisdizione nazionale", evidenziando il desiderio di estendere l'influenza americana sulle risorse marine globali, senza attendere l'esito di lunghi negoziati internazionali.
Da decenni l'Autorità Internazionale dei Fondali Marini (ISA) cerca di costruire un quadro normativo globale che governi lo sfruttamento responsabile di queste risorse, considerate patrimonio comune dell'umanità. Tuttavia, le divergenze tra gli stati impediscono di raggiungere un accordo definitivo. Nel frattempo, molte ONG e importanti aziende tecnologiche, come Google e il World Wide Fund for Nature (WWF), stanno conducendo una campagna per una moratoria, evidenziando i gravi rischi ambientali per la biodiversità marina.
Rompendo con la posizione attendista assunta, in particolare sotto l'amministrazione Biden e all'interno del G7, gli Stati Uniti sembrano voler forzare la mano alla comunità internazionale. Questo cambio di direzione potrebbe incoraggiare altre nazioni, in particolare quelle dell'oceano Pacifico e Indiano, ad accelerare i loro progetti di estrazione mineraria in acque profonde.
Di fronte a questa dinamica, l'ISA dovrà reagire rapidamente: o accelerando i negoziati per evitare la sua marginalizzazione, o assistendo all'emergere di un ordine mondiale frammentato, in cui ogni Stato avanzerà secondo le proprie priorità strategiche nella conquista delle risorse sottomarine.
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