I prezzi del petrolio crollano dopo l'inaspettato aumento della produzione da parte dell'OPEC+
I prezzi del petrolio sono crollati drasticamente dopo che i principali membri dell'OPEC+, tra cui Arabia Saudita e Russia, hanno annunciato un aumento della produzione di 411.000 barili al giorno per giugno. Questa decisione segue quella analoga del mese precedente, che aveva già innescato un calo dei prezzi.
Il prezzo del greggio Brent è sceso di quasi il 4% prima di recuperare parzialmente, attestandosi appena sotto i 60 dollari al barile lunedì mattina. Gli analisti attribuiscono il crollo in corso non solo all'aumento della produzione, ma anche alle crescenti preoccupazioni per un rallentamento economico globale, in parte alimentato dall'escalation delle tensioni commerciali con gli Stati Uniti.
Secondo gli analisti di mercato, questo segna un netto allontanamento dai tagli alla produzione in atto dal 2022. Mentre la spiegazione ufficiale indica solidi fondamentali di mercato e basse scorte, molti esperti mettono in dubbio la tempistica. Sostengono che l'economia globale rimanga vulnerabile a causa delle controversie commerciali e che una maggiore produzione potrebbe aggravare i problemi di eccesso di offerta.
Alcuni ipotizzano che la mossa dell'Arabia Saudita possa essere una risposta al mancato rispetto delle politiche da parte degli altri membri dell'OPEC, o persino un tentativo strategico di fare pressione sui rivali come i produttori di scisto statunitensi o di indebolire finanziariamente la Russia nel contesto di conflitti internazionali.
Nel frattempo, i mercati finanziari globali hanno mostrato reazioni contrastanti. Parigi ha registrato un leggero calo, mentre Francoforte ha registrato un leggero rialzo a causa del basso volume di scambi dovuto alle festività di Londra, Tokyo e Hong Kong. La Federal Reserve e la Banca d'Inghilterra statunitensi annunceranno le decisioni sui tassi di interesse entro la fine della settimana, il che potrebbe ulteriormente influenzare il sentiment del mercato.
Sul fronte valutario, il dollaro statunitense si è indebolito rispetto alle principali controparti, mentre il dollaro australiano ha registrato un leggero apprezzamento a seguito dell'esito elettorale del Paese. Wall Street ha chiuso la scorsa settimana in positivo, sostenuta dai solidi dati sull'occupazione e dall'ottimismo sui negoziati commerciali tra Stati Uniti e Cina.
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