Il Marocco diversifica i suoi partenariati oltre la Francia: una strategia ponderata per rafforzare la sua sovranità economica
Il Marocco afferma chiaramente la sua volontà di diversificare i suoi partenariati economici e tecnologici, come dimostra il recente contratto con il gruppo italiano SITE per l'estensione della rete ferroviaria che collega Kenitra a Marrakech. Questo contratto, del valore di oltre 140 milioni di euro, segna una svolta strategica nella politica infrastrutturale marocchina. Questo progetto ferroviario ad alta velocità non rappresenta solo un'ambiziosa sfida tecnologica, ma incarna anche la volontà del Regno di affrancarsi dalla sua storica dipendenza dalla Francia nel settore ferroviario.
Per decenni, la Francia, attraverso il suo colosso industriale Alstom, ha svolto un ruolo pressoché esclusivo nello sviluppo della rete ferroviaria marocchina, in particolare con la prima linea TGV che collega Tangeri a Casablanca. Oggi, il Marocco sta adottando un approccio più aperto ed equilibrato, basato su partenariati multilaterali che riflettono la sua ambizione di affermare il suo ruolo sovrano, moderno e strategico sulla scena internazionale.
La scelta del Gruppo SITE, in collaborazione con altre aziende europee come GCF (Generali Costruzioni Ferroviarie), illustra la preferenza del Marocco per efficienza, performance e diversificazione nell'assegnazione dei suoi grandi progetti. Non si tratta più di perpetuare modelli ereditati dall'epoca coloniale, ma di costruire ponti con le economie più dinamiche di Europa, Asia e altre regioni.
Questo nuovo equilibrio nelle alleanze tecnologiche si inserisce in una più ampia dinamica di sovranità economica e diplomatica. In qualità di futuro Paese ospitante dei Mondiali di calcio del 2030, il Marocco cerca di dotarsi di infrastrutture all'altezza delle sue ambizioni, guidato non da una lealtà automatica verso un partner storico, ma da una visione razionale e aperta, incentrata sull'eccellenza.
Scegliendo di diversificare le sue alleanze europee, il Marocco invia un messaggio chiaro: non è più appannaggio di alcuna potenza straniera. Grazie alla sua posizione geostrategica, alla stabilità politica e alla visione di sviluppo, il Regno mira a essere un attore centrale, capace di impegnarsi in un dialogo basato sul rispetto reciproco e su una partnership win-win. Questa trasformazione non riguarda solo il settore ferroviario, ma riflette il riposizionamento complessivo del Marocco, sia in Africa che sulla scena internazionale, come Stato libero nelle sue scelte, coerente nella sua strategia e ambizioso nella sua visione per il futuro.
Il Marocco non lega più i suoi grandi progetti esclusivamente alla Francia o a qualsiasi altra potenza tradizionale, ma ora sceglie i suoi partner in base all'interesse e alle competenze nazionali. Si tratta di un cambiamento radicale per un Paese a lungo percepito come parte del "cortile di casa francese".
L'utilizzo di aziende italiane o di altri partner europei e asiatici consente al Marocco di rompere i monopoli tecnologici e di promuovere la concorrenza tra i fornitori, a vantaggio della qualità e del costo dei progetti. Questa apertura a nuovi partner non indebolisce i suoi rapporti con gli alleati tradizionali, ma anzi gli conferisce maggiore margine di manovra nelle sue decisioni di sviluppo, consolidando così il principio di un partenariato equilibrato, in particolare in settori strategici come i trasporti e l'energia.
Questa strategia è accompagnata anche da un maggiore impegno nella cooperazione Sud-Sud, a dimostrazione della volontà del Marocco di essere un attore indipendente nel suo contesto africano e mediterraneo, e non semplicemente un seguace delle potenze internazionali.
Con l'avvicinarsi della Coppa del Mondo 2030, il Marocco sta preparando le infrastrutture non solo per questo evento sportivo, ma anche per consolidare in modo sostenibile la sua posizione di piattaforma logistica ed economica in Africa, e persino di polo industriale e crocevia tra i continenti.
Il piano marocchino va quindi oltre la sfera economica: è un progetto politico e geostrategico che annuncia una graduale transizione dalla dipendenza all'uguaglianza, dall'isolamento alla pluralità e dal consumo alla coproduzione di conoscenza e tecnologia.
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