Il tragico bilancio: i giornalisti palestinesi a Gaza affrontano attacchi mortali
Gaza City, Striscia di Gaza - Il bilancio delle vittime tra i giornalisti palestinesi ha raggiunto la cifra sbalorditiva di 165 dal 7 ottobre, come confermato dall'ufficio stampa del governo di Gaza. Questa triste pietra miliare segue le recenti morti del giornalista di Al Jazeera Ismail al-Ghoul e del cameraman Rami al-Refee, uccisi da un attacco aereo israeliano a Gaza.
In una dichiarazione solenne, l'ufficio stampa ha condannato l'attacco, etichettandolo come un "crimine atroce" e ritenendo Israele responsabile. Hanno esortato la comunità internazionale e le organizzazioni mediatiche a fare pressione su Israele affinché ponga fine a queste violazioni in corso.
I due giornalisti, associati ad Al Jazeera Arabic, hanno perso la vita nel campo di al-Shati, nella parte settentrionale di Gaza. La loro auto, chiaramente contrassegnata come veicolo della stampa, è stata colpita poco dopo aver completato il loro reportage nei pressi della casa del leader di Hamas Ismael Haniyeh, che era stato preso di mira in una precedente operazione israeliana a Teheran. Nonostante indossassero i gilet della stampa, al-Ghoul e al-Refee sono stati attaccati mentre si recavano al Baptist Hospital, seguendo gli ordini delle forze israeliane di lasciare la zona.
Questo incidente sottolinea l'ambiente pericoloso per i giornalisti a Gaza, già considerata la zona di conflitto più mortale per i lavoratori dei media in tutto il mondo. Il Committee to Protect Journalists, con sede a New York, ha riferito che 111 lavoratori dei media sono stati uccisi dall'inizio del conflitto, segnando un periodo di pericolo senza precedenti da quando l'organizzazione ha iniziato a tracciare tali dati nel 1992.
Anas al-Sharif, un giornalista che scriveva da Gaza, era presente all'ospedale dove sono stati portati i corpi di al-Ghoul e al-Refee. Ha parlato del profondo impegno di Ismail al-Ghoul nel documentare la difficile situazione dei palestinesi sfollati e dei feriti a Gaza.
“Ismail si è dedicato a trasmettere la sofferenza dei palestinesi sfollati e dei feriti, evidenziando i massacri commessi dall’occupazione [israeliana] contro la popolazione innocente di Gaza”, ha affermato al-Sharif.
Ha ipotizzato che Israele potrebbe tentare di impedire la diffusione di queste immagini e resoconti, prendendo di mira direttamente i giornalisti o le loro famiglie o i luoghi in cui vengono pubblicati i resoconti.
Il caporedattore di Al Jazeera, Mohamed Moawad, ha reso omaggio a Ismail al-Ghoul sulla piattaforma social X, riconoscendo la sua incrollabile dedizione al suo popolo e alla sua patria nonostante le formidabili sfide.
"Ismail era rinomato per la sua professionalità e dedizione, attirando l'attenzione del mondo sulle sofferenze e le atrocità commesse a Gaza, in particolare nell'ospedale Al-Shifa e nei quartieri settentrionali. Senza Ismail, il mondo non avrebbe visto le immagini devastanti di questi massacri", ha scritto Moawad.
Mentre il conflitto continua, i pericoli a cui vanno incontro i giornalisti a Gaza continuano a ricordare con chiarezza quanto sia costoso portare alla luce la verità in tempo di guerra.
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