Secondo una nuova classifica, il dirham marocchino è la terza valuta più forte in Africa.
Secondo un recente rapporto di Business Insider Africa, il dirham marocchino si è classificato al terzo posto tra le valute più forti in Africa. A marzo ha raggiunto quota 9,57 dirham rispetto al dollaro statunitense.
Il dinaro tunisino è in cima alla lista come valuta più forte del continente, scambiato a 3,09 dinari per dollaro, seguito dal dinaro libico, che si è piazzato al secondo posto con 4,83 dinari per dollaro, sostenuto dalla ricchezza petrolifera della Libia e dalla stabile politica monetaria della Tunisia.
L'andamento del dirham marocchino è attribuito alla stabilità monetaria e alle politiche economiche equilibrate adottate dalla Banca Al-Maghrib, oltre alla diversificazione dell'economia nazionale, che comprende settori vitali quali agricoltura, turismo, industrie manifatturiere e servizi finanziari.
Questa stabilità rappresenta un fattore chiave per gli investimenti esteri, poiché fornisce un ambiente finanziario favorevole alla pianificazione e al rimpatrio degli utili, conferendo al Marocco una posizione di leadership nei mercati africani emergenti.
La pula del Botswana si è classificata al quarto posto della classifica, con un cambio di 13,62 pula per dollaro, davanti alla rupia delle Seychelles, che si è classificata al quinto posto con un cambio di 14,37 rupie per dollaro.
L'economia del Botswana trae la sua forza dalle esportazioni di diamanti, mentre le Seychelles mantengono una valuta stabile nonostante la forte dipendenza dal turismo, grazie a una prudente gestione fiscale.
Il Nord Africa domina i primi posti di questa classifica, grazie alla relativa stabilità politica ed economica e a un contesto favorevole per gli investimenti, in particolare in Marocco, Tunisia e Libia.
Il rapporto ha evidenziato che i paesi africani che hanno diversificato le proprie fonti di reddito e adottato profonde riforme monetarie ed economiche sono riusciti a rafforzare il valore delle proprie valute, il che li ha aiutati a resistere alle fluttuazioni economiche globali e all'inflazione.
Questa classifica riflette la posizione avanzata del Marocco nel panorama africano e mette in luce l'efficacia delle sue politiche economiche nel mantenere la stabilità della moneta nazionale, pilastro fondamentale nel processo di sviluppo e nell'attrazione degli investimenti.
Il dirham marocchino è una delle valute africane che mostra la maggiore resilienza nei confronti del dollaro statunitense. Oltre alla forza e alla stabilità del diversificato settore delle esportazioni (industria automobilistica, dei fosfati, alimentare, aviazione, delocalizzazione, ecc.), la forza del dirham è dovuta alla politica monetaria adottata dalla Banca Al-Maghrib.
Considerata la missione primaria di stabilizzare i prezzi interni, la politica monetaria ha consentito al dirham di attenuare le fluttuazioni rispetto al dollaro. Ciò è spiegato, prima di tutto, dal fatto che la valuta marocchina è agganciata a un paniere di valute che comprende le due principali valute mondiali: il dollaro e l'euro.
Il dirham marocchino si basa su un paniere composto per il 60% dall'euro, la valuta del principale partner economico del Regno, e per il 40% dal dollaro, la valuta principale del Regno per la fatturazione dei suoi scambi commerciali. Pertanto, il valore del dirham viene calcolato ogni giorno in base al valore dell'euro e al valore del dollaro.
Con questo paniere, la Banca Al-Maghrib determina in modo efficace il valore del dirham, con la possibilità di limitare le variazioni a un intervallo del 5% in rialzo o in ribasso. La scelta delle due principali valute mondiali gioca un ruolo importante: l'aumento del valore di una valuta compensa, in un modo o nell'altro, il calo del valore dell'altra.
I fondamenti dell'economia marocchina, il livello delle riserve valutarie, il dirham ancorato e la politica monetaria seguita spiegano la stabilità del dirham rispetto al dollaro.
La forza della moneta tunisina, emessa nel 1960 per sostituire il franco francese, risiede più nell'influenza della politica monetaria che nella salute dell'economia tunisina.
Questa politica, basata sul divieto di importazione, esportazione e conversione di dinari in altre valute, ha permesso al dinaro tunisino di dimostrare la sua forza nei confronti del dollaro. Ciò si aggiunge alla politica dello Stato volta a concentrarsi sulle esportazioni, che rappresentano una quota considerevole del prodotto interno lordo del Paese. L'economia tunisina è piccola e i suoi scambi commerciali sono diretti principalmente verso l'Europa, con la quale intrattiene l'80% del suo commercio estero.
Per lungo tempo, il dinaro libico è stata la valuta più forte del continente, in uso dal 1971. Questa valuta si basa principalmente sulle grandi entrate derivanti dalle risorse di idrocarburi, che forniscono alla Libia vaste riserve di valuta estera e costituiscono la base della forza della valuta libica. Di conseguenza, qualsiasi fluttuazione nel mercato petrolifero mondiale potrebbe avere un impatto sul valore dei ricavi petroliferi e quindi sul valore del dinaro libico.
Vale la pena notare che il dinaro libico ha perso parte del suo fascino a causa della crisi che il Paese sta attraversando dal 2011, che ha avuto un impatto negativo sulle esportazioni di petrolio e, di conseguenza, sulle riserve valutarie.
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