Trump riaccende la guerra commerciale: l'ONU mette in guardia dai rischi per l'economia globale
L'annuncio del rinvio dell'applicazione dei nuovi dazi statunitensi, accompagnato dalle minacce di aumenti nei confronti di diversi paesi, sta aggravando l'incertezza che grava sul commercio globale. Martedì, le Nazioni Unite (ONU) hanno espresso serie preoccupazioni per l'instabilità che queste decisioni stanno causando, ostacolando gli investimenti a lungo termine e indebolendo le economie più vulnerabili.
"Questa pausa potrebbe offrire un po' di sollievo, ma in realtà prolunga il periodo di incertezza, compromettendo gli investimenti a lungo termine e i contratti commerciali", ha dichiarato Pamela Coke-Hamilton, Direttore Esecutivo dell'International Trade Centre (ITC), un organismo congiunto ONU-OMC, durante una conferenza stampa a Ginevra.
Inizialmente previste per mercoledì, queste maggiorazioni sono state rinviate al 1° agosto da un ordine esecutivo firmato lunedì sera da Donald Trump. Ma l'ex presidente, tornato alla Casa Bianca, non ha dissipato i dubbi: "Direi che è una decisione vincolante, ma non al 100%", ha affermato, aggiungendo ulteriore confusione.
Sulla stessa falsariga, Trump ha annunciato nuovi dazi di almeno il 25%, rivolti a diversi paesi, in particolare quelli asiatici come Giappone e Corea del Sud. Sulla sua piattaforma Truth Social, ha pubblicato una serie di lettere quasi identiche indirizzate a questi stati, mettendo in dubbio la loro natura definitiva. "Queste lettere descrivono diversi livelli di dazi, ma non è chiaro se saranno negoziati entro il 1° agosto", ha affermato Pamela Coke-Hamilton.
Questa instabilità normativa rende le decisioni economiche estremamente complesse per le imprese. "Il terreno non è stabile. Se il terreno si muove costantemente, è impossibile per un'azienda pianificare", ha avvertito. Oltre alle conseguenze per le grandi potenze, questa nuova escalation del protezionismo minaccia in particolare i paesi più poveri. "Si sta preparando una tempesta perfetta", ha avvertito il direttore dell'ITC, evidenziando la doppia disgrazia che questi stati stanno affrontando: volatilità commerciale e riduzione del sostegno esterno.
L'ONG Oxfam prevede una riduzione del 28% degli aiuti pubblici allo sviluppo forniti dai paesi del G7 tra il 2024 e il 2026, il calo maggiore dalla creazione del gruppo 50 anni fa.
Di fronte a questa situazione, Pamela Coke-Hamilton esorta i paesi in via di sviluppo ad accelerare la loro trasformazione strutturale: diversificando i mercati, potenziando la produzione locale e rafforzando l'integrazione regionale. Diverse nazioni hanno già intrapreso questa strategia, tra cui la Cina, che ha recentemente annunciato un'esenzione tariffaria per le esportazioni africane, una mossa considerata "un importante passo avanti".
Mettendo in discussione lo scopo delle manovre economiche statunitensi, il funzionario delle Nazioni Unite rimane scettico sui loro effetti: "Non so esattamente quale sia il piano, ma allo stato attuale non vedo alcun vantaggio a lungo termine per l'economia statunitense".
In un mondo sempre più interconnesso, gli shock protezionistici statunitensi potrebbero ridefinire in modo permanente l'equilibrio del commercio globale.
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