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La Siria annuncia la disponibilità a tornare all'accordo di disimpegno con Israele

Yesterday 17:02
La Siria annuncia la disponibilità a tornare all'accordo di disimpegno con Israele

La Siria ha ripristinato l'accordo di disimpegno del 1974 con Israele, annunciando ufficialmente la sua volontà di tornare ai propri impegni. L'annuncio è stato dato durante una telefonata tra il Ministro degli Esteri siriano Asaad al-Sheibani e il suo omologo statunitense, Marco Rubio. L'iniziativa siriana, svelata in una dichiarazione del Ministero degli Affari Esteri a Damasco, giunge in un momento delicato, poiché la regione meridionale del Paese sta assistendo a un'escalation degli attacchi israeliani, secondo quella che la parte siriana ha descritto come un'escalation del ritmo degli attacchi israeliani.

Durante la chiamata, il Ministro siriano ha sottolineato "l'aspirazione della Siria a cooperare con gli Stati Uniti per tornare all'accordo del 1974", una mossa interpretata dagli osservatori come un tentativo di ripristinare un livello minimo di equilibrio e stabilità sulle alture del Golan dopo anni di violazioni sul campo e di crescenti tensioni lungo le linee del fronte. Secondo la dichiarazione, le due parti hanno discusso degli sviluppi nella Siria meridionale, inclusi i ripetuti attacchi aerei israeliani che hanno colpito sia siti militari che aree civili.

L'Accordo di Disimpegno, firmato il 31 maggio 1974 sotto l'egida delle Nazioni Unite, fece seguito alla guerra dell'ottobre 1973 ed è considerato uno degli accordi di de-escalation più importanti tra Siria e Israele. L'accordo portò al ritiro delle forze israeliane dalle aree occupate sulle alture del Golan e all'istituzione di una zona cuscinetto supervisionata dalla Forza di Osservazione al Disimpegno delle Nazioni Unite (UNDOF), una forza la cui presenza continua ancora oggi nonostante le sfide affrontate dallo scoppio della crisi siriana nel 2011.

L'accordo stabilisce chiaramente il divieto di presenza di forze o equipaggiamenti militari pesanti nella zona demilitarizzata e garantisce la sicurezza dei civili. È previsto un cessate il fuoco permanente, con un meccanismo di monitoraggio internazionale per verificare l'impegno di entrambe le parti. Tuttavia, recenti rapporti pubblicati dalle Nazioni Unite hanno confermato "gravi violazioni" da parte di Israele, tra cui la costruzione di trincee, recinzioni e movimenti all'interno della linea di separazione, che costituiscono una violazione diretta dei termini dell'accordo.

La recente iniziativa siriana viene interpretata come parte di un nuovo approccio diplomatico volto a ripristinare il ruolo dello Stato siriano su parte dei suoi territori meridionali, soprattutto dopo il significativo declino del controllo del regime su alcune aree e l'ascesa dell'influenza iraniana e delle sue milizie affiliate. Ciò ha spinto Israele a intensificare i suoi attacchi con il pretesto di impedire il "trinceramento iraniano" sulle alture del Golan.

Da parte sua, il Dipartimento di Stato americano non ha ancora rilasciato una posizione dettagliata in merito all'invito della Siria, ma da fonti di stampa sono emerse indicazioni secondo cui Washington non si oppone alla riattivazione dell'accordo di disimpegno, a condizione che vi siano garanzie concrete e un autentico impegno siriano a rispettare i termini dell'accordo e a evitare un'escalation.

Questo cambiamento potrebbe aprire le porte a un rimpasto nella Siria meridionale, ma il suo successo dipende dalla capacità di Damasco di imporre autonomamente la propria sovranità e dalla capacità della comunità internazionale di garantire l'attuazione equilibrata dell'accordo. Alla luce delle divisioni, data la complessità regionale e territoriale che caratterizza l'arena siriana, il ripristino dell'Accordo del 1974 rimane un vero banco di prova per la possibilità di riavviare il processo di de-escalation in uno dei punti caldi più tesi del Medio Oriente.


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