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L'Ecuador espelle definitivamente il rappresentante del Polisario
L'ultimo rappresentante del Fronte Polisario in Ecuador è stato espulso dal suo ufficio a Quito e gli è stato ordinato di lasciare immediatamente il Paese, in seguito alla recente decisione dell'Ecuador di ritirare il riconoscimento del Fronte Polisario.
L'ufficio, occupato dal rappresentante del Fronte di Secessione, fu definitivamente chiuso e sigillato e lo “straccio” del Polisario fu rimosso.
Diverse fonti mediatiche hanno riferito che ai separatisti è stato ordinato di non rientrare in carica e di lasciare il Paese il più presto possibile. Il Fronte Polisario è stato inoltre cancellato dall'elenco ufficiale dei paesi con una rappresentanza diplomatica accreditata a Quito. Con questa decisione, l’Ecuador ha effettivamente attuato la decisione di sospendere le relazioni diplomatiche con la cosiddetta Repubblica Saharawi.
La Repubblica dell’Ecuador aveva già annunciato la sospensione del riconoscimento di un’entità riconosciuta nel 1983, e il ministro degli Esteri ecuadoriano Gabriela Sommerfeld ha informato telefonicamente il suo omologo marocchino, Nasser Bourita, di questa decisione e gli ha inviato una lettera di notifica a i cosiddetti rappresentanti separatisti di Quito.
Questa espulsione coincide con la decisione di Panama di ritirare il riconoscimento del Polisario, perché è il primo paese a riconoscere questa entità e il primo ad ospitare la sua ambasciata in America Latina. Una dichiarazione rilasciata dal Ministero degli Affari Esteri panamense ha confermato che "in conformità con le norme del diritto internazionale, il governo di Panama ha deciso di sospendere le relazioni diplomatiche con la suddetta entità a partire da (giovedì)".
La dichiarazione aggiunge: “La Repubblica di Panama, pur dando priorità all’interesse nazionale e rimanendo fedele ai principi fondamentali della sua politica estera, conferma la sua convinzione negli obiettivi e nei valori del multilateralismo e rinnova il suo impegno a sostenere gli sforzi del il Segretario Generale delle Nazioni Unite e la comunità internazionale a raggiungere una soluzione pacifica, giusta, duratura e accettabile per le parti interessate dalla questione del Sahara.