Vescovi e leader religiosi si ribellano alle politiche anti-immigrazione di Trump
Durante l'assemblea plenaria della Conferenza Episcopale degli Stati Uniti a Baltimora, i vescovi cattolici degli Stati Uniti hanno denunciato la politica di deportazioni di massa degli immigrati dell'amministrazione Trump.
Si tratta di una dichiarazione "rara e quasi unanime", osserva il New York Times. Riuniti per la loro assemblea plenaria annuale a Baltimora dal 10 al 13 novembre, i vescovi cattolici americani hanno adottato una dichiarazione che "condanna l'aggressiva campagna di deportazioni portata avanti dall'amministrazione Trump".
Sebbene il testo non menzioni per nome l'occupante della Casa Bianca, il messaggio è chiaro: i vescovi americani sottolineano di "opporsi alle deportazioni di massa e indiscriminate" e di "pregare per la fine della retorica disumanizzante e della violenza contro i migranti o le forze dell'ordine".
Un fronte unito ed ecumenico
Dopo le divisioni del pontificato di Francesco, i vescovi americani stanno quindi mostrando un "fronte comune dietro Papa Leone XIV, il primo papa degli Stati Uniti". Recentemente, Leone XIV si è espresso a favore dei migranti e ha esortato i vescovi americani a fare lo stesso, osserva il quotidiano.
USA Today, da parte sua, sottolinea che dall'inizio dell'estate, sacerdoti, vescovi, pastori, imam e rabbini sono diventati sempre più visibili nei raduni e nelle manifestazioni contro le politiche anti-immigrazione di Donald Trump. Personaggi religiosi sono stati visti "intervenire tra la polizia e i manifestanti a Los Angeles. Alcuni sono stati arrestati dagli agenti dell'ICE a Chicago e Portland, mentre altri sono stati arrestati per aver manifestato al Campidoglio di Washington e negli uffici del Congresso".
Dalla parte dei poveri
Molti hanno partecipato anche alle grandi manifestazioni anti-Trump organizzate dal movimento No Kings il 18 ottobre, sottolinea il quotidiano, ricordando che, nella storia degli Stati Uniti, "figure religiose hanno svolto un ruolo in tutti i movimenti sociali, dall'abolizione della schiavitù alla lotta per i diritti civili, compresa la lotta per i diritti dei lavoratori e il movimento delle suffragette".
I cristiani evangelici conservatori sono da tempo "una forza dominante nella politica americana e sostengono in modo schiacciante l'amministrazione Trump e le sue politiche", osserva il quotidiano. Ma un numero crescente di leader religiosi moderati e progressisti, cattolici o di altre confessioni, "chiedono la mobilitazione e affermano che è tempo di ricordare il ruolo essenziale della religione nell'aiutare i più poveri e gli immigrati. Ciò è tanto più importante se si considera che una parte del Partito Repubblicano ha abbracciato l'idea del nazionalismo cristiano".