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Washington accoglie con favore la risposta del Libano al disarmo di Hezbollah
Lunedì a Beirut, l'inviato statunitense Thomas Barak ha espresso la sua soddisfazione per la risposta delle autorità libanesi alla richiesta di Washington di disarmare Hezbollah. Tuttavia, ha avvertito che il Libano rischia di "rimanere indietro" se non si adatta ai cambiamenti regionali in corso.
Durante una precedente visita nel giugno scorso, Barak, ambasciatore statunitense in Turchia e inviato speciale per la Siria, ha consegnato una lettera ufficiale ai leader libanesi chiedendo un chiaro impegno a disarmare Hezbollah entro la fine dell'anno. In una conferenza stampa dopo l'incontro con il presidente libanese Joseph Aoun, Barak ha dichiarato: "Sono grato per la risposta libanese. È ponderata ed equilibrata. Stiamo ora lavorando a un piano per andare avanti. Ciò richiederà un ampio dialogo".
L'inviato statunitense ha inoltre sottolineato che quanto presentato dal governo libanese in così poco tempo è stato "notevole" e ha espresso grande soddisfazione. "Hezbollah è un partito politico con un'ala armata. Deve capire che un futuro è possibile per lui, che la pace e la prosperità non sono destinate a opporsi a lui, ma possono anche riguardarlo", ha affermato.
Questa dichiarazione giunge mentre il Vice Segretario Generale di Hezbollah, Naim Qassem, ha ribadito che le minacce israeliane non porteranno alla capitolazione, chiedendo innanzitutto il ritiro israeliano dai territori occupati, la fine delle aggressioni, il rilascio dei prigionieri e l'inizio della ricostruzione.
Da novembre, è in vigore un accordo di cessate il fuoco, dopo oltre un anno di scontri tra Israele e Hezbollah. Ciononostante, gli attacchi israeliani continuano in diverse regioni del Libano, principalmente nel sud, prendendo di mira elementi o infrastrutture sospetti di Hezbollah.
Il cessate il fuoco prevede, tra le altre cose, il ritiro di Hezbollah a nord del fiume Litani e lo smantellamento delle sue infrastrutture militari in quest'area, in cambio di una presenza rafforzata dell'esercito libanese e delle forze UNIFIL. Israele si sarebbe anche ritirato dalle aree occupate durante il conflitto, ma manterrà la sua presenza su cinque alture strategiche rivendicate dal Libano.
Le autorità libanesi affermano di lavorare per la graduale smilitarizzazione delle posizioni di Hezbollah nel sud. Barak ha tuttavia avvertito che "la regione si sta evolvendo molto rapidamente" e che il Libano "rischia di essere sopraffatto". Ha anche menzionato l'apertura di un dialogo tra Siria e Israele, invitando il Libano a considerare la stessa strada.