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L’industria farmaceutica marocchina: leva per la sovranità sanitaria e una crescente posizione regionale

Friday 02 May 2025 - 16:15
L’industria farmaceutica marocchina: leva per la sovranità sanitaria e una crescente posizione regionale

L'industria farmaceutica nel Regno sta vivendo una crescita costante. Questo settore vitale è diventato la seconda più grande attività chimica dopo quella dei fosfati, registrando negli ultimi anni uno sviluppo notevole sia a livello locale che continentale. Questo settore è rimasto in gran parte fuori dai riflettori, nonostante la sua capacità di soddisfare circa l'80 percento del fabbisogno farmaceutico del mercato interno e nonostante sia al secondo posto in Africa, dopo l'Egitto.

In questo contesto, la rivista francese Jeune Afrique ha riferito che le vendite del settore farmaceutico nel Regno sono aumentate del 50% nel 2023, superando i 21 miliardi di dirham, secondo i dati pubblicati dal Ministero dell'Industria. Ha spiegato inoltre che questa dinamica nasconde storie umane e percorsi familiari in cui si intersecano visione industriale e ambizione imprenditoriale.

Cooper Pharma: l'inizio e la fondazione

Jeune Afrique ha sottolineato che la Cooper Pharma, fondata nel 1933, costituisce il primo nucleo di un'industria nazionale nata dall'eredità del protettorato francese, instaurando un modello marocchino basato sulla produzione e l'esportazione di farmaci generici. La politica di marocchinizzazione degli anni '70 contribuì al trasferimento della proprietà di questo laboratorio, che nei decenni successivi consolidò la sua posizione come gruppo nazionale.

I leader dell'industria farmaceutica stanno guidando la trasformazione.

La rivista ha sottolineato il ruolo fondamentale di alcune figure di spicco del Marocco in questo settore, come Laalou, Tazi, Filali e Guermai, fondatori di importanti laboratori come Pharma 5, Sotima e Galenica. Hanno inoltre avviato trasformazioni fondamentali, tra cui la localizzazione della produzione, il rispetto degli standard internazionali e l'espansione della loro presenza nei mercati esteri, in particolare in Africa e nel mondo arabo.

La rivista francese ha messo in risalto l'esperienza di Mia Laalou-Filali, che ha portato il laboratorio Pharma 5 a entrare nell'era della produzione intelligente, attraverso un progetto di unità produttiva 4.0 con un investimento fino a 300 milioni di dirham, volto a sostenere la copertura sanitaria universale, come auspicato dal re Mohammed VI.

Sotima: pioniera nei farmaci biosimilari

Jeune Afrique ha sottolineato che il laboratorio Sotima, guidato da Lamia Tazi, è ora il primo produttore marocchino di farmaci antitumorali biosimilari, contribuendo a una riduzione del 75 percento dei costi di trattamento. Il laboratorio ha inoltre contribuito al confezionamento del vaccino Sinopharm durante la pandemia di COVID-19, a dimostrazione del suo impegno nel sostenere la sovranità sanitaria nazionale.

La rivista ha sottolineato che il modello di Cooper Pharma si basa sull'internazionalizzazione attraverso partnership con gruppi stranieri in India, Arabia Saudita ed Europa, che le hanno consentito di creare nove unità industriali distribuite tra Africa, Medio Oriente ed Europa.

La rivista francese ha riferito che Galenica, sotto la guida di Abdelghani El Garmai, resta impegnata nella produzione locale, esportando in mercati come la Libia, l'Arabia Saudita e l'Algeria, chiedendo al contempo una politica più incisiva di sostegno ai farmaci generici, che rappresentano solo il 35 percento delle vendite sul mercato interno.

Jeune Afrique ha concluso che questo settore, sebbene a lungo nell'ombra, rappresenta oggi una vera e propria leva per la sovranità sanitaria e il posizionamento economico regionale, incarnando una combinazione di ambizione, realismo e impegno nazionale.


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