Stellantis en crise : chute de la production et incertitudes sur l’avenir industriel en Italie
La prima metà del 2025 si preannuncia catastrofica per Stellantis. Secondo i dati pubblicati dalla FIM-CISL (Federazione Francese dei Veicoli Industriali e Commerciali), la produzione di automobili del gruppo in Italia è crollata del 33,6%, mentre quella di veicoli commerciali è diminuita del 26,9%. In totale, ciò rappresenta quasi 124.000 auto in meno e quasi 98.000 veicoli commerciali in meno rispetto al 2024, un anno già di per sé desolante. Il sindacato lancia l'allarme: a questo ritmo, solo 440.000 veicoli lasceranno gli stabilimenti italiani entro la fine dell'anno.
Dietro queste cifre preoccupanti, diverse questioni urgenti preoccupano sindacati e lavoratori. In primo luogo, l'incerto futuro della gigafactory di Termoli, un progetto strategico per la produzione di batterie elettriche, sembra essere in sospeso. Secondo Ferdinando Uliano, Segretario Generale della FIM-CISL, Stellantis e ACC avrebbero dovuto confermare l'investimento nella prima metà del 2025, ma non è stato ancora rilasciato alcun annuncio. La possibilità di un abbandono definitivo è una preoccupazione importante, che minaccia quasi 2.000 posti di lavoro e un intero ecosistema industriale locale.
La stessa situazione si sta verificando alla Maserati di Modena. La produzione è praticamente bloccata, con solo 45 veicoli assemblati in sei mesi. Un barlume di speranza potrebbe venire dall'annunciato trasferimento dell'assemblaggio dei modelli GranTurismo e GranCabrio verso la fine del 2025, il che, secondo Uliano, ridurrebbe la necessità di piani di cassa integrazione.
L'amministratore delegato Jean-Philippe Imparato non ha dissipato i timori, denunciando di recente il "fondamentalismo del Green Deal" e suggerendo la chiusura degli stabilimenti se la situazione non migliora. Queste dichiarazioni rafforzano l'impressione di incertezza strategica all'interno del gruppo.
Di fronte a questa situazione di tensione, l'UGL Metalmeccanici cerca di mantenere un tono di ottimismo accogliendo con favore l'avvio della produzione della Fiat 500 Ibrida a Mirafiori, Torino. "Una doppia rinascita", secondo Antonio Spera, segretario nazionale, che la vede come un segnale positivo dopo mesi di incertezza.
Ma per i sindacati, questo non basta. La FIM-CISL ha già chiesto un incontro urgente con il Ministero delle Imprese e del Made in Italy (MIMIT), chiedendo al governo di intervenire con fermezza per salvare il futuro dell'industria automobilistica in Italia. La posta in gioco è alta: non solo i posti di lavoro sono in gioco, ma anche la sovranità industriale in un settore che sta vivendo una rapida transizione verso i veicoli elettrici.
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