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Italia: rilasciato il nazista che sparò ai migranti neri
L'italiano Luca Traini, che ha aperto il fuoco sui migranti africani nella città di Macerata, è stato rilasciato in anticipo dopo aver scontato sette anni di pena di 12 anni, ha riportato il quotidiano Resto del Carlino.
L'incidente risale al febbraio 2018, quando Traini, che aveva tendenze di estrema destra, aprì il fuoco sugli immigrati africani dal finestrino della sua auto, guidando per la città per circa due ore, sparando agli stranieri neri con la sua pistola. Di conseguenza, sono stati registrati sei feriti. L'aggressore ha poi spiegato di voler vendicare l'omicidio di una ragazza italiana di 18 anni, il cui corpo smembrato era stato trovato in una valigia nella stessa città, dove un immigrato nigeriano era stato riconosciuto colpevole dello stesso crimine e condannato all'ergastolo.
Trini ha detto di aver cambiato idea dopo aver capito in prigione che "il colore della pelle non ha importanza".
Il tribunale di sorveglianza di Ancona ha accolto martedì la richiesta di scarcerazione di Traini, riconoscendo che Traini è stato sottoposto a "riesame critico" del suo comportamento ed è stato rilasciato dopo essere stato affidato alle cure dei servizi sociali. Il trentacinquenne vivrà con la nonna, rimasta sola dopo la morte della madre nel 2021, e si prevede che Trini troverà anche un lavoro in una fabbrica di metalli.
Come ha affermato il suo avvocato, Trini è stato un detenuto modello, seguito dietro le sbarre da uno psichiatra che gli ha fatto comprendere "l'orrore, il fallimento sociale e la sofferenza causati da ciò che ha fatto", e si è iscritto a 30 corsi, tra cui musica e scrittura creativa. Secondo le stesse fonti, durante la sua detenzione Traini lavorava come pastore e gli confessò, secondo l'avvocato, di avere una forte passione per gli animali.