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L’energia del futuro, l’Italia vira sul nucleare
epa10760366 The facility for releasing the radioactive water treated by the Advanced Liquid Processing System (ALPS) into the sea is prepared at Tokyo Electric Power Company's (TEPCO) Fukushima Daiichi Nuclear Power Plant in Futaba, Fukushima Prefecture, northern Japan, 21 July 2023, during a press tour to get hint when the TEPCO and Japanese government will start to release the radioactive water treated by the Advanced Liquid Processing System (ALPS) this summer. The nuclear power plant is located in tsunami-devastated towns of Okuma and Futaba. EPA/KIMIMASA MAYAMA / POOL
L’energia del futuro è quella nucleare: parola di ministro. Gilberto Pichetto Fratin, titolare del dicastero all’Ambiente e alla Sicurezza energetica, s’è detto sicuro che, “per avere continuità nell’energia”, e cioè per garantirsi livelli ottimali di approvvigionamento svincolandosi dalla mutevolezza dei rapporti geopolitici legati alle fonti fossili, occorra un “mix che ha geotermico, idroelettrico, eolico, fotovoltaico e, naturalmente, nucleare”. Parole importanti, quelle del ministro, che arrivano a distanza di qualche giorno dall’audizione alla Commissione Ambiente del Senato della responsabile Eni alla fusione industriale, Francesca Ferrazza, secondo cui, tutto sommato, i tempi per avere in Italia una nuova centrale funzionante non sono così vicini ma, contestualmente, neppure così lontani: ne serviranno giusto una decina. Un’indicazione potrebbe essere il 2035. Si tratta di un orizzonte temporale sostanzialmente condiviso dal ministro Pichetto Fratin che, intervenendo al talk Fonti alternative e climate change di Rcs Academy con Corriere della Sera e Pianeta 2030, ha riferito che sono in corso numerosi progetti di ricerca: “Enea per quanto riguarda il fronte della fusione a Frascati e altri fronti di ricerca come quello sui piccoli reattori. Newcleo che, da Torino e Brasimone, sta andando avanti nella ricerca per piccoli reattori con raffreddamento a piombo”. Tanti semi, anzi tanti “percorsi” che per Pichetto potrebbero darci “i piccoli reattori pronti per gli anni ’30, per il decennio prossimo”.