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Medie imprese, il 50% assumerà lavoratori extra-Ue
Crescono con un trend che dura da 27 anni, per nulla scalfito nemmeno dal Covid: Mediobanca, Centro Studi Tagliacarne e Unioncamere leggono le medie imprese, una realtà produttiva composta nel 2022 da poco più di 4mila aziende che da sole rappresentano il 16% del fatturato dell’industria manifatturiera italiana, il 15% del suo valore aggiunto, il 14% delle esportazioni e il 13% degli occupati totali. Sono avanti sul cammino della transizione digitale: l’82,6% ha investito o investirà fino al 2026 in tecnologie 4.0 e il 37,9% adotterà l’intelligenza artificiale nei prossimi tre anni.
La loro forza lavoro conta 555.580 dipendenti ma incontrano difficoltà a reperire profili professionali adeguati, un problema che per il 51,6% delle medie imprese è in cima alle criticità incontrate nel 2023. Anche per questo, il 52,5% ha assunto o assumerà entro i prossimi tre anni lavoratori extra-Ue. Andrea Prete, presidente di Unioncamere, chiarisce che “c’è difficoltà di reperire e trattenere talenti”.
Tra le altre principali difficoltà fronteggiate nel 2023 dalle imprese, il 43,5% ha subìto una riduzione dei
margini, il 36,1% la competizione sui prezzi, il 33% il mancato utilizzo della propria capacità
produttiva a causa del ridotto potere d’acquisto dei clienti, il 26,2% problemi dovuti
all’approvvigionamento di materie prime. Proprio per superare le problematiche legate alla
supply chain, più della metà delle medie imprese punta a diversificare i fornitori, mentre
circa una su tre intende rafforzare la collaborazione con i fornitori attuali (30,7%).